museo ladino a 200 m dall’hotel
bellissimo il museo ladino , alternativa culturale molto interessante a pochi passi dal nostro albergo
A pochi minuti a piedi, uscendo dal piazzale e scendendo per un breve tratto la strada principale, sulla destra, ben segnalato, si trova il museo ladino.
È una delle strutture culturali che testimoniano anche la nostra comunità ladina, minoranza linguistica situata nel cuore delle Dolomiti.
Un modo per conoscerne le origini, la lingua, gli usi ed i costumi, dal passato al presente.
La struttura fu inaugurata nel ormai lontano 2001 ed è il risultato di anni di progettazione e studio.
Tra gli obbiettivi figura sicuramente voler conoscere, divulgare e conservare la civiltà ladina.
Una comunità, come si diceva, che ha una storia, una lingua ed un’identità portate avanti ancora oggi, ma che hanno radici antiche.
Si tratta infatti di una popolazione che parla una lingua retoromanica , il ladino appunto.
Nacque dall’unione degli idiomi parlati dalle popolazioni che vivevano sulle alpi, l’antica Rezia, e il latino portato dagli antichi romani nelle loro conquiste.
Una ricerca di come si è formato ed evoluto questo popolo di montagna, lo studio dei reperti trovati nel tempo.
Buona parte del contenuto si basa anche sull’osservazione di oggetti rinvenuti, strumenti di lavoro, fotografie… l’analisi delle testimonianze della cultura materiale e spitrituale dal passato all’attualità.
L’esposizione o è disposto su più piani e offre anche un approccio multimediale che gli dà un tocco di modernità e di maggiore accessibilità.
Si crea di conseguenza maggiore vicinanza ad un pubblico vario ed ampio.
All’interno della struttura si trovano numerosi punti informativi, gestiti da una rete di computer e dotati di touch-screen interattivo, distribuiti lungo l’intero percorso museario.
Il visitatore può accedere a 74 brevi filmati monotematici concernenti singoli oggetti o aspetti dell’esposizione, con sonoro originale e testi in più lingue.
Oltre alle sale espositive, il Museo dispone di un deposito visitabile, di una Sala Multimediale per l’attività didattica, di un book-shop e museum-shop con oggetti e gadgets di elevata qualità.
Staccate fisicamente, ma non meno interessanti, ci sono delle altre sezioni dislocate sul territorio.
Troviamo, per esempio, a Moena “l’Pinter” la bottega del bottaio.
Questa sezione rappresenta il laboratorio artigiano dove il Bottaro Domenico Dellantonio (1851-1937) svolse la sua attività.
A Pera si può visitare, con guida, “l’Molin de Pezol”, l’unico mulino rimasto sul territorio a testimonianza dell’antica attività molitoria.
E’ possibile conoscerne la storia e scoprirne i meccanismi di funzionamento.
In origine c’erano due macine per cereali ed un brillatoio per l’orzo, azionati da tre pale ad acqua
A Penia, infine, l’ultima sezione, quella della “Sia”, antica segheria ad acqua.
La Sia di Penia rappresenta l’ultima segheria idraulica di tipo veneziano ancora esistente in Val di Fassa. Documentata fin dal sec. XVI, si presenta oggi nella struttura realizzata nel 1922 dal carpentiere Giochelon di Predazzo.
Il restauro ha portato al completo recupero operativo della struttura: oggi oltre che consentire visite guidate ai meccanismi in funzione a scopo dimostrativo, la segheria può ancora essere utilizzata per le necessità dei censiti della frazione di Penia.
Merita una visita anche la parte espositiva allestita presso la nuova sede del caseificio dislocato tra Pera e Mazzin.
E’ dedicata all’arte dell’allevamento e della caseificazione, attività presenti fin dalla peistoria.
Non a caso l’emblema storico del pastore a testimonianza di tutto questo.
Nell’esposizione si racconta, attraverso fotografie, video, pannelli esplicativi e attrezzi da lavoro la lavorazione del latte, del burro e del formaggio ed anche la gestione antica dei pascoli.
Vi consigliamo vivamente di fare un salto almeno al vicino museo.
E’ aperto, in estate, tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.
